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Semantic Saturation Solipsistic 2013

Pubblicato: marzo 29, 2013 in Recensioni Uscite 2013
Etichette: Andy Kuntz, Derek Sherinian, Prog Metal, Recensione, Review, Ric Fierabracci, Semantic Saturation, Shant Hagopian, Solipsistic, Virgil Donati

Un funambolico chitarrista canadese, Shant Hagopian, chiama a raccolta un drappello di “vecchie volpi”, nomi molto noti nell’ambiente ed insieme producono un sostanzioso album prog metal (Solipsistic) che va a nome di questa project/band denominata Semantic Saturation. Allo stato delle cose non è dato sapere se questo progetto potrà comportare un tour oppure un eventuale continuazione discografica ma , considerando la caratura dei partecipanti, ho ritenuto utile segnalarlo.

In rapida ma necessaria sequenza; Derek Sherinian (tastiere, DreamTheater-Black Country Communion); Virgil Donati (batteria, Planet X-Ring Of Fire); Andy Kuntz (voce, Vanden Plas); Ric Fierabracci (basso, ha suonato con Chick Corea, Franck Gambale, Dave Weckl e molti altri). In ultimo il formidabile chitarrista e mastermind Shant Hagopian, canadese di origini siriane dal grande talento.

Come dicevo gli innumerevoli impegni dei singoli musicisti rendono difficile ipotizzare concretamente la possibilità di ascoltare live questa band ed è un grande peccato. La tecnica e la qualità espresse in Solipsistic sono davvero elevate, si tratta di un album dall’impatto realmente deflagrante.

Quanto al futuro infatti Hagopian ha dichiarato di vedere Semantic Saturation come un cantiere aperto, immagina un prosieguo magari di volta in volta con altri musicisti (si parla di Anneke van Giersbergen) pur non escludendo la collaborazione con gli attuali: il tempo dirà.

Prog metal dunque, suonato come meglio difficilmente si potrebbe ma non mancano qua e la pure tenui sfumature jazzy; le diverse esperienze, le capacità ed il gusto sia nella composizione che nell’esecuzione lasciano ampi spazi di manovra. Il Cd è pressochè interamente strumentale ove si eccettui l’ultimo brano, What If We All Stop che vede coinvolta anche la voce di Andy Kuntz

Difficile individuare le cose migliori perché ci si imbatte in un song writing robusto e variegato, con numerosi parti solo a svettare su una coralità solida ed inscalfibile, non sono presenti momenti di particolare cedimento a fronte di una qualità a tratti incredibile. Volendo cercare il pelo nell’uovo ho trovato giusto in due passaggi, Lost and Found Insanity e Armchair Activist, un lieve spostamento verso il basso; la prima pur mantenendo uno standard qualitativo di tutto rispetto (grandissima costruzione armonica, chapeau!) poggia su di uno spunto melodico non particolarmente inebriante.Finale epico in ogni caso.

La seconda è una traccia adrenalinica che vede di nuovo Virgil Donati in bella evidenza (ben assecondato dal basso di Fierabracci) ma un pò “prevedibile”.

Esaurite quelle che possono essere le “magagne” per il resto…bene, anzi, benissimo tutto ! L’ emozionante ed incredibile Stardust, che mette in evidenza il talento chitarristico di Hagopian da un lato e la potenza e la classe della band dall’altro; l’iniziale Ambivalence, ottimo biglietto da visita, un pugno di granito possente ed ultimativo. Due brani da vertice qualitativo.

Il sound quasi romantico della chitarra in Blessing in Disguise con il suo mood epico e drammatico; la brevità di Point Of Singularity non deve trarre in inganno perché in quei quasi 4 minuti Shant compie meraviglie sullo strumento e nella composizione, misurata e di gran classe.

Ancora potenza e fantasia insieme al potere in Time Is An Illusion in una galoppata a perdifiato, così come in Make Believe.

In ultimo What If We All Stop, unico pezzo cantato, aperto da un arpeggio sognante della chitarra; la prova vocale di Kuntz regala emozioni, assistita egregiamente da una trama musicale all’altezza dei migliori episodi del disco.

Un ottimo paio di cuffie, non lesinare sul volume ed un pò di tempo a disposizione; queste le prescrizioni ideali per gustarsi completamente un album eccellente, che spinge molto, suonato in maniera impeccabile, prodigo di dettagli e raffinatezze. Quando i musicisti americani (o comunque di tale estrazione) interagiscono tra loro a questo livello, in ambito prog metal fanno faville ! Ad oggi un serio candidato come migliore album di genere per questo anno.

Max

source: http://agesofrock.wordpress.com/2013/03/29/semantic-saturation-solipsistic-2013/

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